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LA STORIA DELLA NOSTRA SEDE - PORTA SAN GIORGIO

A cura di Davide Rizzi

Porta San Giorgio, come quasi l’intera totalità delle porte della cinta magistrale di Verona risale al periodo della dominazione veneziana, ma non fu Sanmicheli a redigerla bensì Giovanni Maria Falconetto.[1]

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Caratteristico è il fatto che venne compiuta solamente la facciata verso campagna, rivestita di pietra bianca levigata, configurata secondo lo schema classico dell’arco trionfale, avendo l’arco principale posizionato centralmente, ma con l’inconsueta presenza di due portali laterali.[2] L’ordine della porta è un dorico romano in facciata e, come di consueto sono esposti gli stemmi araldici veronesi: con quelli appartenuti ai provveditori veneti, e lo scudo con inciso MLXXV (1525) anno della fine dei lavori sul fronte esterno.[3] La facciata verso città fu ultimata solo in periodo asburgico. Essa presenta la stessa tripartitura della facciata esterna e rivestita in pietra,ma a cambiare forma sono i fornici, che all’interno si rifanno  ai canoni dell’architettura militare austriaca.[4]

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Porta San Giorgio si trova in sinistra Adige, e durante la permanenza asburgica, costituiva il frequentato ingresso per chi proveniva dal Tirolo; era pertanto usata soprattutto da truppe e convogli militari provenienti dalla madre Patria.

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Porta San Giorgio è anch’essa stata modificata negli anni Dieci del XX secolo. Fu demolito solamente la porzione di bastione a nord della porta, resosi necessario per migliorare la viabilità, incrementato da il frenetico sviluppo urbano in atto all’esterno delle mura con le prime lottizzazioni di Borgo Trento, oltre che per la necessità di potenziare la linea tramviaria che dal suddetto Borgo portava a San Zeno.

 

[1] BOZZETTO L. V., Verona la cinta magistrale asburgica: Architetti militari e città fortificate dell’impero in epoca moderna, Verona: cassa di risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona, Verona, 1993, [pp. 226-336]

[2]  idem

[3] JACOBACCI V., La piazzaforte di Verona sotto la dominazione austriaca 1814-1866, Verona: cassa di risparmio di Verona Vicenza e Belluno, Verona, 1960, [pp. 27-30]

[4] BOZZETTO L. V., Verona la cinta magistrale asburgica: Architetti militari e città fortificate dell’impero in epoca moderna, Verona: cassa di risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona, Verona, 1993, [pp. 226-336]

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